«La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino».
Così spiegò un ricercatore biomedico americano per rendere chiaro il termine. Il vocabolo deriva da “Serendip”, l’antico nome persiano dell’isola di Ceylon o Sry Lanka.
Lo scrittore inglese Walpole lo coniò in una lettera inviata al suo amico Horace Mann nel 1754. Walpole fu ispirato dal racconto “I principi di Serendip” di Cristoforo Armeno e da allora il termine indica la sensazione che si prova quando si scopre una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra.
Cercare qualcosa e scoprirne un'altra.
Sì, come quando un medico cercò un rimedio medicinale per il mal di testa ed inventò la Coca-Cola, oppure quando fu scoperta l'America o la penicillina o la dinamite e così via.
Serendipità: questo è il filo conduttore dei cinque racconti che vi presento in questa raccolta. Ma si tratta di una serendipità diversa, direi “sentimentale”, perché ciò che di diverso si scopre rispetto a quello che si andava cercando è qualcosa di intimo, che investe i valori, la coscienza e le emozioni dei protagonisti dei racconti stessi.
Serendipità
Di Grazia, Antonio.
Catania, 2015;
Copertina morbida con rilegatura termica, pp. 128.
Bianco e nero.
Copyright © 2015 Associazione Floema
Catania
ISBN 978-1-4452-8964-9
e-mail: adigrazi@gmail.com
internet: www.antoniodigrazia.it
Testo in: Italiano
Peso: 0.24 kg
Larghezza: cm.14,81, altezza: cm.20,98
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Mio figlio Davide a sei anni sul litorale sabbioso agrigentino. Mi sono ritrovato questa foto tra le mani e l’ho trovata perfetta per i cinque racconti che sono contenuti nella raccolta. Nella foto mio figlio sta lanciando un sasso piatto, levigato e tagliente contro le onde, mettendosi alla prova per vedere quanto lontano riusciva a lanciarlo. La pietra, inaspettatamente, toccando la superficie del mare incomincia a rimbalzare una, due, tre volte allontanandosi sull’orizzonte ed infine inabissandosi. Mio figlio restò sorpreso alcuni secondi, poi si girò, mi guardò e sorrise felice. Fu ... Serendipità.
I Cinque racconti della raccolta:
Il perfetto hacker:
La scelta del titolo può trarre in inganno perché il racconto non parla minimamente di “hackeraggio”, se non in senso lato, ma la scelta di quel titolo, come se fosse un piccolo manuale del piccolo hacker, ha attirato l’attenzione quando pubblicai il racconto in un sito specializzato. Il racconto parla invece di come si possa entrare nell’intimità altrui, guardare, spiare, controllare, denunciare, anche se per fin di bene. A volte non tutto ciò che si fa per un fine nobile è bene farlo. A volte è meglio tacere. Oppure no? Ecco questa è la questione morale che intende sollevare questo racconto. Forse uno dei più apprezzati dai lettori.
I giorni in cui tutti odiarono il denaro:
L'idea di base mi è stata offerta da una serie di persone che conosco, tutte fissate per qualche strana ideologia: il comunismo, l'omeopatia, il vegetarianismo, la medicina alternativa, i girotondi politici, la religione, ecc. Come ubriacati dalle proprie idee, tali persone vivono le loro età come se fossero dei diciottenni perpetui, convinti e testardi. Spesso le idee sono giuste, anzi il comunismo, per citare una ideologia tra tutte, teoricamente è l'ideale. Ma la teoria spesso non si sposa con la realtà (lo si scopre dopo i diciotto anni) e la disillusione, la delusione, provoca quella crisi che ci porta alla maturità. Per qualcuno questa crisi non arriva mai e ci si espone ai pensieri più pericolosi ed agli atti più ridicoli. Ecco, questo racconto potrebbe essere anche comico, ma di quella comicità triste, malinconica, drammatica.
La Combinazione:
Questo racconto parla di un gioco, un intrattenimento che una donna annoiata inventa per divertirsi un po'. L'incomunicabilità e la solitudine in questo racconto, ma poi anche in tutti i racconti sono i fili conduttori. Il racconto è dedicato al grande romanziere Milan Kundera. Nel suo famoso romanzo "Lo scherzo", Milan immagina la vendetta di un uomo che dopo trent'anni rincontra la moglie di un vecchio rivale che tanto male gli aveva cagionato durante la giovinezza. L'uomo vuole fare un brutto scherzo al suo odiato rivale flirtando con sua moglie ed organizzando una notte di passione. Sfortunatamente i progetti, pur riuscendo alla perfezione, non sortiscono l'effetto desiderato. Il tempo ha cambiato tutto. Anche nel presente racconto il gioco erotico della protagonista non sortirà l'effetto desiderato. Per me è stato come scommettermi nel raccontare una storia come il mio maestro Milan avrebbe fatto.
And the winner is… :
E' un racconto che parla di cinema; di un problema morale che capita ad un giovane cineasta. Non potevo non dedicare questo racconto a colui che considero il più grande regista mai esistito: Kieslowski. In un certo senso racconta di un fatto realmente esistito al regista polacco anche se in termini diversi ed all'interno di un regime come quello comunista. Il fatto accaduto a Kieslowski mi ha fatto pensare agli inganni che può giocare il fatto di registrare con una cinepresa la realtà. Ho cercato di raccontare il vero, profondo, sconosciuto dilemma del lavoro di un regista. Un regista vuole-deve rappresentare nel suo film la realtà, oppure attraverso i documentari, far vedere la realtà attraverso la finzione di un film. Già qui sta tutta la contraddizione dei film-makers. Ma attenzione, un regista amante dei documentari, non può mai immaginare di far del male a nessuno girando il proprio documentario, non può immaginare che qualcuno possa usare il filmato per ritorcerlo contro qualcuno.
La Fine:
Questo racconto è dedicato a Michele, un ragazzo qualsiasi, imprenditore, deceduto improvvisamente in un giorno d'Agosto. Lo conoscevo, aveva una bambina di meno di un anno e lo avevo visto un paio di giorni prima di morire, quando mi venne a trovare al lavoro e prendemmo un caffè insieme. Mi comunicarono la sua morte per telefono e mi ricordo che restai pensieroso per tutta la giornata. Pensai al fatto che nessuno di noi si aspetta la propria morte per l'indomani e nessuno si organizza alla propria morte. Eppure tutti dovremmo farlo, per facilitare la vita delle persone care che lasceremo sole, per non lasciare debiti, per non creare problemi. Il personaggio del racconto ha vissuto come me la perdita improvvisa di un suo conoscente e pensando a tutte queste cose risolve il suo problema lasciando i suoi ultimi desideri ad una cinepresa. Ma anche se chiaramente espressi, non sarà facile per i suoi cari esaudire i suoi ultimi desideri.
Cliccando sul tasto qui sotto potrai avere gratuitamente l'intero racconto "And the winner is..." nella prima versione free pubblicata nell'Agosto 2005 su un sito per appassionati di racconti "Indie".